domenica 24 aprile 2011

Il Miracolo della Santa Luce a Gerusalemme

La mattina del Sabato Santo, prima che avvenga la cerimonia della Luce Santa, ha luogo un controllo scrupoloso e completo della tomba terminato il quale essa viene sigillata con una mistura di miele e cera preparata lungo il mattino. Tale controllo avviene per escludere categoricamente la presenza di qualche oggetto nel Santo Sepolcro in grado di causare del fuoco. Dopo che la tomba viene sigillata, le autorità vi fanno aderire la cera con dei sigilli. (Vedi la prima foto).

Ogni altra confessione cristiana che vanta dei diritti sul Santo Sepolcro ha un grande interesse nei riguardi di questa procedura. Tale interesse non è per nulla accidentale. Se per un solo anno non avviene il miracolo della Santa Luce durante l'officiatura del Patriarca Greco-Ortodosso, subentra la prima tra le confessioni con diritto di precedenza a presiedere la cerimonia al Santo Sepolcro.
Il controllo inizia alle 10 di mattina e termina un'ora dopo: alle 11. Nel corso di tale controllo gli arabi ortodossi fanno le loro rimostranze per ricordare e sostenere i diritti ortodossi. Il controllo dev'essere registrato dagli scrupolosissimi rappresentanti della santa vigilanza del Sepolcro, dagli Armeni e dalle altre confessioni.

2. LA CERIMONIA DELLA SANTA LUCE

La cerimonia della Santa Luce avviene alle ore 12 ed è costituita da tre fasi:
a) Il canto della Litania d'Intercessione;
b) L'entrata del Patriarca di Gerusalemme nel Santo Sepolcro;
c) Le invocazioni del Patriarca affinché appaia la Luce Santa.
Seguendo la tradizione, a mezzogiorno del Sabato Santo, il Patriarca Greco-Ortodosso accompagnato dal suo seguito (arcipresbiteri, presbiteri e diaconi) e dal Patriarca Armeno entra nel Santo Sepolcro mentre le campane suonano a lutto. Prima che il Patriarca entri nel Tempio, il custode della Sacrestia del Santo Tempio ne fa uscire la lampada che arde perennemente. In questo giorno la lampada che arde perennemente viene estromessa per accendere le candele solo con la Luce Santa. Provenendo dall'interno del Tempio dell'Apostolo Giacomo, il Patriarca entra nel santuario e siede sul suo trono patriarcale. Quindi i rappresentanti di Armeni, Arabi, Copti e altri, passando dinnanzi al Patriarca, lo salutano baciandogli la mano in modo d'aver diritto a ricevere la Luce Santa. Secondo le consuetudini, infatti, se essi non ossequiano il Patriarca Ortodosso, non hanno diritto a ricevere la Santa Luce dalle sue mani. Immediatamente dopo, inizia la Santa Litania d'intercessione che viene cantata per tre volte attorno al Santo Sepolcro e termina davanti ad esso. Da questo momento, gli officianti si levano in piedi.
Dopo la Litania, il Santo Sepolcro viene disigillato, il Patriarca smette i suoi paramenti pontificali e rimane solo con la tunica bianca. Il Governatore di Gerusalemme e l'Ispettore di Polizia esaminano il Patriarca davanti a tutti in modo da assicurare i presenti che egli non abbia qualsiasi oggetto atto a trasmettere fuoco.
Dopo questo controllo, Sua Beatitudine, il Patriarca di Gerusalemme prende delle torce spente ed entra nel Santo Ciborio con i dignitari Armeni. Ogni lampada è spenta e non vi è nulla di acceso nel Santo Tempio e nel Santo Sepolcro.

3. COME NASCE LA SANTA LUCE

All'interno del Santo Sepolcro il Patriarca prega inginocchiato chiedendo a Nostro Signore Gesù Cristo di trasmettere la sua Luce Santa come dono che santifichi le persone. Al momento in cui egli prega c'è un assoluto silenzio fintanto che non si avverte un sibilìo accompagnato quasi simultaneamente da lampi blu e bianchi di Luce Santa che invadono tutto il luogo, come se milioni di flash fotografici lampeggiassero tutto attorno illuminando le pareti circostanti. Allora le lampade s'illuminano miracolosamente. Contemporaneamente, all'interno del Santo Sepolcro, le torce tenute dal Patriarca, che continua a pregare, s'accendono spontaneamente con la Santa Luce. La folla scoppia in forti acclamazioni mentre lacrime di gioia e di fede cadono dagli occhi dei presenti.
Per diversi minuti la Santa Luce non ha le caratteristiche del fuoco. Questo succede per il tempo in cui il Patriarca esce dal Santo Sepolcro e dona la Luce al popolo. Chiunque può toccare il fuoco delle 33 candele e non viene scottato. Dopo 33 minuti la fiamma torna ad avere caratteristiche normali.

Breve storia di questo miracolo

Solo il Patriarca Greco-Ortodosso ha il privilegio, l'onore e la possibilità di fare questa cerimonia. Nel corso del tempo sono stati fatti dei tentativi da altre confessioni ma il miracolo non si è mai realizzato. Ad esempio nel 1549, secondo le cronache storiche, gli Armeni corruppero il sultano Mourat per ottenere il permesso di recarsi nella Chiesa del Santo Sepolcro per presenziare la cerimonia. Immediatamente il sultano glielo concesse. Gli Armeni, entrando nel Tempio, ne estromessero gli Ortodossi. Il Patriarca Ortodosso fu pieno di tristezza quando vide gli Armeni raccolti nella chiesa e pregò fuori all'entrata, accanto alle colonne della porta. Improvvisamente, la colonna centrale si squarciò con una profonda fenditura e da essa si emanò la luce propagandosi lungo la via e dando fuoco alle torce del Patriarca. Nel frattempo, l'Emiro di Agarino dal minareto dirigeva il suo sguardo verso la strada. Quando vide questi eventi gridò: "La fede dei Cristiani è grande! Il vero Dio è solo Uno, il Dio dei Cristiani! Credo a Cristo risuscitato dai morti. Mi inginocchio a Lui come mio Dio!". Dopo di ciò cadde dal minareto [per raggiungere velocemente il luogo del miracolo] e ne rimase incolume. I musulmani lo catturarono e lo decapitarono. La sua reliquia è tenuta fino a quest'oggi nel Monastero della Grande Vergine di Gerusalemme.
La Luce Santa simboleggia in modo miracoloso la Risurrezione di Cristo. È un miracoloso dono del Cielo che si è sempre ripetuto da secoli, un dono della Luce del mondo che è Cristo. La scienza non può spiegare questo grande miracolo e, in questo tempo di trionfo scientifico, non è stata tentata neppure una spiegazione teorica. D'altronde come può essere spiegato un autentico miracolo?
Ogni anno molte persone osservano la Luce Santa e percepiscono nettamente la presenza di Dio in loro. Questa Luce dovrebbe accendere nell'umanità la speranza di un domani migliore.


 

martedì 12 aprile 2011

Celtic Blessing

Possa la strada alzarsi per incontrarti
Possa il vento essere sempre alle tue spalle
Possa il sole splendere caldo sul tuo volto
...
E la pioggia cadere leggera sui tuoi campi
e finché ci incontreremo di nuovo
possa Dio tenerti sul palmo della Sua mano.
 

martedì 5 aprile 2011

SONO LA TUA CARNE INFERMA....


Non posso fare a meno di notare , specie in questi tempi liturgici “ forti “ come le chiese si riempiano in maniera crescente raggiungendo il culmine nella Solennità. Forse più a Natale che a Pasqua, ma questa è solo una mia opinabile considerazione. Durante i  “tempi ordinari” è facile vedere invece quasi sempre le stesse facce. A volte basta reclinare un’invito per suscitare  meraviglia:  No, oggi non posso, vado a Messa e prima desidero confessarmi. I volti s’irrigidiscono .Lo stupore e l’imbarazzo  lasciano il posto a qualche commento : anch’io sono credente…ma certi preti…e la Chiesa poi!!!! Non ne parliamo, credo in Gesù e basta!  
Evidentemente non tutti gli articoli del Credo sono recepiti con convinzione. Forse tu dici: «Ma come, e l'incoerenza della Chiesa? e gli scandali, perfino di alcuni papi?». Dici questo, però, perché ragioni umanamente, da uomo carnale, e non riesci ad ac­cettare che Dio manifesti la sua potenza e il suo amore at­traverso la debolezza. Non riuscendo a ottenere l'innocenza da te stesso, la pretendi dalla Chiesa, mentre Dio ha deciso di manifestare la sua gloria e la sua onnipotenza proprio attraverso questa terribile debolezza e imperfezione degli uo­mini, compresi gli "uomini di Chiesa", e con essa ha formato la sua sposa, che è meravigliosa proprio perché esalta la sua misericordia. Il Figlio di Dio è venuto in questo mondo e, da buon falegname qual era diventato alla scuola di Giuseppe, ha raccolto i pezzetti di tavole più sgangherati e bi­torzoluti che ha trovato e con essi ha costruito una barca che tiene il mare da duemila anni.
I peccati della Chiesa! Credi tu che Gesù non li conosca meglio di te? Non sapeva egli per chi moriva, dove erano in quel momento i suoi apostoli? Ma egli ha amato questa Chiesa reale, non quella immaginaria e ideale. E’ morto «per renderla santa e immacolata», non perché era santa e immacolata. Cristo ha amato la Chiesa «in speranza»; non solo per quello che "è", ma anche per quello che "sarà": la Gerusalemme celeste «pronta come Sposa adorna per il suo sposo» (Ap 21, 2). Ma perché, poi, questa nostra Chiesa è così povera e len­ta? Ce lo siamo mai domandato? Don Primo Mazzolari, che non era certo un uomo abituato a lusingare la Chiesa istitu­zionale, ha scritto: «Signore, sono la tua carne inferma; ti peso come croce che pesa, come spalla che non regge. Per non lasciarmi a terra, ti carichi anche del mio fardello e  cammini come puoi. E tra coloro che tu porti c'è qualcuno che ti fa colpa di non camminare secondo le regole e accusa di lentezza anche la tua Chiesa, dimenticando che, carica com'è di scorie umane che non può né vuole buttare a mare (sono i suoi figlioli!), il portare vale più dell'arrivare».
      La Chiesa va lenta, certo. Va lenta nell'evangelizzazione, nel rispondere ai segni dei tempi, nella difesa dei poveri e in tante altre cose. Ma sapete perché va lenta? Perché porta sulle spalle noi che siamo ancora pieni di zavorra di pecca­to. I figli accusano la madre di essere piena di rughe e que­ste rughe, come avviene anche sul piano naturale, sono pro­prio essi che gliele hanno procurate. Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei perché fosse «senza mac­chia», e la Chiesa sarebbe senza macchia, se non avesse noi! La Chiesa avrebbe una ruga in meno, se io avessi commes­so un peccato in meno. A uno dei Riformatori che lo rimpro­verava di rimanere nella Chiesa cattolica, nonostante la sua "corruzione", Erasmo di Rotterdam rispose un giorno: «Sopporto questa Chiesa, in attesa che divenga migliore, dal momento che anch'essa è costretta a sopportare me, in attesa che io divenga migliore».

 Cfr. RANIERO CANTALAMESSA – Noi predichiamo Cristo crocifisso
 Milano 1994



sabato 2 aprile 2011

Streets of Philadelphia

Ero malridotto e non riuscivo a capire
cosa sentivo
Non riuscivo a riconoscermi
Vedevo il mio riflesso in una vetrina
e non riconoscevo la mia stessa faccia
Oh fratello mi lascerai
a consumarmi
Sulle strade di Philadelphia

Ho caminato lungo il viale finchè le mie gambe sono diventate come pietra
Ho sentito le voci di amici spariti e partiti
Di notte potevo sentire il sangue nelle vene
Nero e sussurrante come la pioggia
Sulle strade di Philadelphia

Non c'è alcun angelo che venga a salutarmi
Ci siamo solo io e te amico mio
I miei vestiti non mi vanno più bene
Ho camminato mille miglia
Solo per sfuggire a questa pelle

La notte è arrivata, sono sdraiato e sono sveglio
Mi sento indebolire
Quindi fratello ricevimi con il tuo bacio infedele
O ci lasceremo soli così
Sulle strade di Philadelphia 


- Bruce Springsteen