domenica 29 gennaio 2012

You're everything my dreams have seen.
But, what are dreams?
I'm walking where my dreams have been.
But, what are dreams?


domenica 22 gennaio 2012

SANTA CHIARA “ ALTERA MARIA “

Una ragazza di nobile famiglia e di sicuro futuro, in una dolce notte di aprile del 1211 lascia la sua grande e comoda dimora e si reca nella piccola chiesetta di Santa Maria degli Angeli, alla Porziuncola, per intrecciare la sua vita con la straripante novità dell’ideale evangelico, già abbracciato da un giovane e ricco borghese d’Assisi di nome Francesco.
Lei si chiama Chiara ed ha diciotto anni!
            In quella Domenica delle Palme ha inizio, con la consacrazione di Chiara, una delle esperienze spirituali più straordinarie della storia cristiana, che tanti ed abbondanti frutti di soave freschezza evangelica ha portato e continua a portare ancora oggi.
            Le Sorelle Povere di Santa Chiara, sparse oggi nei cinque continenti, nascono proprio lì, nella Porziuncola, dal cuore palpitante di Chiara, affascinata dalla semplicità e nello stesso tempo rivoluzionaria novità della scelta evangelica di Francesco d’Assisi.
            Quasi a sintetizzare la motivazione del lasciare il mondo, non certo per dimenticarlo , ma piuttosto per ritrovarlo ed accoglierlo nello sguardo di Cristo Crocifisso e Risorto, la stessa Chiara afferma che la ‘forma di vita’ scelta da lei e dalle sorelle altro non è che seguire le orme “del Figlio di Dio che per noi si è fatto via, come ci mostrò ed insegnò con la parola e l’esempio il beatissimo Padre Nostro Francesco di lui vero amante ed imitatore.” (cfr. FF 2824).      
            Ed è proprio di questa luce chiara e splendida che, come francescani, vogliamo fare memoria e riproporre, alla chiesa ed al mondo e, prima di tutto, a noi stessi. Gesù come via  indica e descrive la necessità impellente di andare verso, di mettersi in cammino, essere come Francesco e Chiara ”di lui amanti ed imitatori”.
            I Ministri Generali delle quattro famiglie francescane (OFM, OFMConv, OFMCap, TOR) nella Lettera scritta appunto per l’Ottavo Centenario della Fondazione dell’Ordine delle Sorelle Povere di Santa Chiara (Roma 02 febbraio 2011), rivolgendosi ad un certo punto direttamente alle Clarisse di oggi così si esprimono: “Voi per molti rappresentate un’oasi di pace, dove uomini e donne possano interrogarsi sul Mistero che avvolge ed attraversa la vita. Siete chiamate a rendere credibile che il desiderio di Dio è nel profondo di ogni creatura e che Dio cerca l’uomo e la donna costantemente, per stabilire con ciascuno nella libertà, una relazione fondata sull’amore. ...... Guardandovi ci ricordate che bisogna sognare insieme per rendere visibile un mondo evangelico “.
Appare interessante a questo punto l’interpretazione che alcuni studiosi hanno applicato all’esperienza spirituale di Santa Chiara.
Leggiamo in una bella lauda del XVI secolo: «Volendo l'alto Dio, bontà suprema/ renovare il suo figliolo ai nostri dì / mandò Francesco, e invece di sua Madre, / mandolli Chia¬ra, vergine beata./Tu renovasti, o Chiara, la vergine Maria, / Madre di Gesù Cristo onnipotente». Nel¬le testimonianze delle "sorelle" al processo di canonizzazione, Chiara è "accostata" infatti alla Vergine Maria. Coralmente, le singole depo¬sizioni particolari parlano di Chiara con riferimento alle sue virtù e alla santità di vita, come una copia perfetta di Maria, la Madre del Si¬gnore. Così re¬cita la settima testimonianza: «Li beni e le virtù ch' erano in essa, cioè: la sua umiltà, la benignità, la pa¬zienza e le altre virtude, delle quali essa abbondava, [...] da la Vergine Maria in qua, niuna donna» aveva «che essa madonna» (FF. 3051). E la decima quinta testimonianza, di sora Benedetta che, «con le altre monache de [...] monasterio de Santo Damiano» I afferma che «tut¬to quello che se trovava de santità in alcuna santa che sia dopo la Ver¬gine Maria, si po' veramente dire e testificare de la santa memoria de madonna Chiara, già abbadessa e madre santissima» (FF. 3115).
 In queste due testimonianze, mentre è affermata l'unicità della santità della Vergine Maria, si sottolinea che Chiara è colei che per santità al¬la Madonna più si "accosta". In tal senso si riconosce a Chiara una santità che non ha l'eguale. Chiara è una vera e propria copia di Ma¬ria, la più rassomigliante. Chiara, insomma, è "altera Maria" così co¬me Francesco è copia di Cristo, al¬ter Christus. Tale connotazione di somiglianza di Chiara con Ma¬ria trova felice riscontro nell' inno "Concinat plebs fidelium ", di Ales¬sandro IV, ai primi vespri dell' an¬tico ufficio di santa Chiara: «Jam sanctae Clarae claritas: Matris Chri¬sti vestigium». La vergine Chiara è "sposata" da Francesco a Cristo perché, come e con Francesco, sia l'inizio dell' «Ordine della fiorente verginità [...] del¬la nuova schiera dei poveri di Cristo». «Non sarebbe stato giusto che, alla sera dei tempi, germo¬gliasse altrove l'Ordine della fio¬rente verginità, se non lì, nel tem¬pio di colei che, prima fra tutte e di tutte la più degna, unica fu madre e vergine. Questo è il famoso luogo dove ebbe inizio la nuova schiera dei poveri, guidata da Francesco così che appare chiaramente che fu la Madre della misericordia a par-torire nella sua dimora l'uno e l'al¬tro ordine [...] prese le insegne del¬la santa penitenza davanti all’alta¬re di Santa Maria e, quasi davanti al talamo nuziale della Vergine, l'umile ancella si fu sposata a Cri¬sto» (Leggenda di Santa Chiara, FF. 3171-72).
Il testo succitato eviden¬zia che l' «Ordine della fiorente ver¬ginità» e «la nuova schiera dei po¬veri» furono un parto di Maria, la Madre della misericordia. Un par¬to gemellare che fosse l'inizio di quella" renovatio" nella Chiesa gra¬zie a una nuova (rinnovata) pre¬senza di Cristo e di Maria in Fran-cesco e in Chiara loro copia perfet¬ta. Appunto come recita la Lauda citata all'inizio di questo articolo: «Volendo l'alto Dio, bontà supre¬ma / renovare il suo figliolo ai no¬stri dì/ mandò Francesco, e invece di sua Madre, / mandolli Chiara, vergine beata. /Tu renovasti, o Chiara, la vergine Maria,/Madre di Gesù Cristo onnipotente». La singolarità di Maria Vergine e Ma¬dre, che la fa figura della Chiesa, chiamata a generare Cristo lungo i secoli nel cuore dei credenti, sta proprio nella singolarità della chia¬mata ad essere la Madre del Verbo incarnato, senza concorso di uo¬mo, Vergine resa feconda perché a¬dombrata di Spirito Santo. Non si è candidata lei ad essere la Madre del Signore.
Chiara è altera Maria per pura scelta di Dio, così come Francesco è alter Christus. E Chiara, proprio in quanto vergine, tutta di Dio, è madre nella Chiesa, data in particolare a Francesco e all'uno e all' altro Ordine come madre, così come Francesco e i suoi frati sono dati a Chiara come figli. Insomma, Francesco alter Christus, ha avuto bisogno di Chiara, altera Maria.
 Chiara scrisse quattro lettere ad A¬gnese, figlia del re Ottokar I di Boe¬mia, divenuta sua seguace e fonda¬trice delle Povere Dame di Praga, dopo aver rifiutato, per seguire la sua vocazione, le nozze con l' impe¬ratore Federico II. Nella terza lette¬ra Chiara rassicura Agnese che, se¬guendo '1e vestigia" di Cristo, potrà portarlo «spiritualmente nel suo corpo casto e verginale, allo stesso modo che Maria, la gloriosa Vergine delle vergini, portò Cristo materialmente nel suo grembo». (cfr.1Pt 2,21). Ma quel che avverrà in Agnese è verità che Chiara può affermare come esperienza pro¬pria già vissuta. Chi più di lei e co¬me lei può dire, in tutta verità, co¬me Maria, di contenere con sé colui dal quale ella e tutte le creature sono contenute? Certo, solo Maria ha portato nel proprio grembo il Ver¬bo fatto carne. E quel che avvenne in Maria è evento unico nella storia della Salvezza. Non è stata e non ci sarà un' altra divina maternità come quella di Maria. Il Verbo si è in¬carnato una sola volta e per sem-pre. Dunque Maria, che ha dato la carne d'uomo al Verbo eterno, è per sempre la vera Madre del Re-dentore.
Ma Maria è Madre di Cri¬sto non solo per averlo portato nel grembo, ma soprattutto per averlo accettato e riconosciuto nella fede come Figlio di Dio. Tutti coloro che tale lo accettano e riconoscono nel¬la fede vengono a partecipare della maternità divina di Maria. E pos¬siamo affermare che Maria stessa è interessata a che partecipiamo alla sua divina maternità. Possiamo far nostre le parole profetiche di Isaia: “Ecco ci è nato un Figlio”. Non solo nel senso che il Figlio è nato per noi, ma anche che Egli si dona a noi perché lo accogliamo e lo "cre¬sciamo' come un figlio, che ci arricchisce di Dio. Chiara rassicura Agne¬se nella sua prima lette¬ra: «Un tale e così ricco Signore, entrando nel grembo della Vergine purissima, volle venire in questo mondo com¬pletamente bisognoso e povero, affinché gli uomini, che erano po¬veri e bisognosi del ci¬bo del Cielo, in lui dive-nissero ricchi e domi¬natori del regno dei Cie¬li». Di qui l’invito: «Ral¬legrati, dunque, ed e¬sulta gioiosamente e riempiti di letizia spiri¬tuale, preferendo il di¬sprezzo di questo mondo all' onore, la povertà alla ric¬chezza che passa e il tesoro del cielo a quello terreno, ti sei resa degna di essere sorella, sposa e madre del Figlio di Dio altissimo e della gloriosa Vergine Maria». Nella scelta di Cristo, che Agne¬se ha con determinazione e co¬raggio compiuto, è Chiara stessa a sentirsi rallegrata, perché ora può condividere con Agnese, come una madre con la figlia, la gioia e l'esultanza spirituale di voler appartenere solo a Cristo.
La settima testimonianza al proces¬so di canonizzazione accerta che «Li beni e le virtù» di cui Chiara «abbondava» erano in special mo¬do «la sua umiltà, la benignità, la pazienza». Sono questi «beni e vir¬tù» che «accostano» in modo sin¬golare Chiara a Maria e che met¬tono Chiara, come e con Maria sulle “ vestigia “ di Cristo.
Beni che fanno di Chiara una donna ricca di umanità, "capax", se così possiamo esprimerci, di divina maternità, assecondando con il suo “ sì “ come Maria, il “ sì “ del Figlio al Padre nel farsi uomo : per grazia, nella corrispondenza piena, nel cuore totalmente libera, a immagi¬ne di Maria, Vergine e Madre del Signore. "Sposata" a Cristo, suo u¬nico e suo tutto, Chiara lo seguirà, facendo propria la scelta di lui di totale dedizione al Padre e al greg¬ge che il Padre gli ha affidato, nella chiamata particolare ad essere per Francesco e i suoi frati e le sue sorel¬le, come una madre sorella e figlia, a immagine di Maria. Chiara, co¬me Maria, fa proprio il modo di sentire di Cristo (cfr. Fil2): sposando Cristo, sposa la sua povertà, la sua umiltà, la sua benignità, la sua pazienza. il suo "non voler farsi va¬lere", in quanto gli sta a cuore non che si affermi la sua, ma la volontà del Padre che lo ha mandato per la salvezza dell'uomo.
Ed ora in proposito, alcune testi¬monianze sulla santità e sulle virtù di Chiara. Così Alessandro IV nel¬la Bolla di canonizzazione, si rivol¬ge a Chiara nelle seguenti espres¬sioni: «O Chiara, dotata di tali e tante prerogative di chiarezza! Sei stata chiara, invero, prima dekka tua conversione, più chiara nel cambiamento di vita, luminosa nella tua vita claustrale, splendente, infine, di luce vivissima dopo il cosrso della presente esistenza! “ ( FF. 3283 ). Nella Leggenda di Santa Chiara, leggiamo: “ Il Signor papa Gragorio… amava con affetto paterno questa Santa. E si studiava di persuaderla che acconsentisse a possedere qualche proprietà, per far fronte ad ogni eventuale cicostanza ed ai pericoli del mondo ed, anzi, gliene andava offrendo lui stesso generosamente. Ma ella si oppose con decisione incrollabile e in nessun mo¬do si lasciò convincere. E quando il Pontefice le replicò: Se temi per il voto, Noi te ne dispensiamo, San¬to Padre, ella rispose :” a nessun patto e mai in eterno, desidero essere dispensata dalla sequela di Cristo» (n. 3187). E infine: «Bene il Signore provvide che la prima in quell'Ordine fosse tanto santa. [...] In tanto che mentre ancora viveva era tenu¬ta santa da tutti quelli che la cono¬scevano. [...] Amava le Sore sue come se medesima. Ed esse Sore in vita e dopo la morte sua hanno lei in reverenzia come santa e Madre de tutto l'Ordine» (Quarta testimonianza al processo di canonizzazione, 3015-3016). «Seguano dunque gli uomini i nuovi seguaci del Verbo Incarnato; imitino le donne Chiara, impronta della Madre di Dio, nuova guida delle donne» (Lettera introduzione alla Leggenda di santa Chiara, p. 3153 e nota 4 a p. 2393). In conclusione di questo nostro piccolo studio su Chiara altera Ma¬ria, riportiamo quanto è detto del felice trapasso di Chiara da questa terra al Cielo: «Trafitta invero dal dardo di un profondo dolore, vol¬ge la sguardo verso la porta della casa: ed ecco entra una schiera di vergini in bianche vesti e tutte han¬no ghirlande d'oro sul capo. Si avanza tra loro una più splendente delle altre, dalla cui Corona che ap¬pare alla sommità come un turibo¬lo traforato, s'irradia un tale splendore da mutare in luce del giorno l'oscurità della notte tra le pareti della casa. Si avvicina al lettuccio, dove giace la Sposa del Figlio e, chinandosi su di lei, con tenerissi¬mo amore, le dona un dolcissimo abbraccio» (Legenda di santa Chia¬ra, 3253). Maria accoglie nel suo abbraccio Chiara e, felice, la con¬segna all' eterna visione di Dio co¬me "altera Maria", "Christi matris vestigium “.

( Mons. Donato Coco, in Voce di Padre Pio, anno XLII n.7/8 luglio/agosto 2011 )

giovedì 19 gennaio 2012

Dopo tutto, che cosa ha valore per noi,
indipendentemente da marchi prezzi ed etichette?
E' il mercato che decide ciò che possiamo avere
sentire, vestire o essere?

martedì 17 gennaio 2012

Lei può essere la canzone che l'estate canta
Essere il freddo che l'autunno porta
Può essere cento cose diverse
All'interno della misura di un giorno 


domenica 15 gennaio 2012

SAN FRANCESCO ED IL SULTANO...

Pubblicati gli ultimi studi storici

ROMA, sabato, 14 gennaio 2012 (ZENIT.org).- E’ appena stato pubblicato il volume “Francesco e il Sultano. Atti della Giornata di Studio (Firenze, 25 settembre 2010)”, in Studi Francescani 108/3-4 (2011).
Il testo è importante perché davanti a tante letture anacronistiche - per non dire a volte proprio ideologiche - dell'incontro tra san Francesco e il Sultano, riporta una serie di studi che affrontano le fonti con un approccio critico.
Nell’introduzione al volume Padre Pietro Messa, Preside della Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antonianum, ha scritto:
“San Francesco e il Sultano: basta solo il titolo per dire l’attualità del tema trattato nella Giornata di studio organizzata a Firenze dalla Provincia dei Frati Minori della Toscana. Certo c’è da riconoscere che il nesso della tematica con problematiche e domande del momento presente non è stato assente nella mente degli organizzatori e neppure dei numerosi partecipanti a tale incontro di studio”.
“Tuttavia proprio la cosiddetta “attualità” del tema trattato ha reso il tutto più difficile, o meglio ha richiesto un maggior accorgimento. Infatti in casi simili è facile cadere in anacronismi più o meno espliciti per cui si legge un testo datato – ma quale testo non è datato? in fondo lo sono tutti! – usando espressioni o categorie estranee allo stesso”.
“Nel caso presente riferendosi a frate Francesco o al sultano Melik Al Kamel si sentono, ad esempio, usare espressioni quali dialogo interreligioso, scontro di civiltà, ecumenismo, interculturalità e altre ancora tipiche del momento attuale e che più o meno volontariamente sono proiettate sul passato trovando così in esso – in un vero e proprio gioco di specchi – una attualità che può essere sia in positivo che in negativo”.
“Simile alla questione degli anacronismi è quella dello spostamento semantico, per cui medesime parole, gesti, spazi o fatti assumono con il variare di tempi, luoghi o culture significati diversi”.
“Tutto questo si è cercato di tener presente in fase di programmazione della giornata di studio San Francesco e il Sultano di cui ora vengono presentati gli Atti. C’è da riconoscere che non è stato facile perché la pressione culturale, sia da parte di singole persone che gruppi, è stata notevole. Soltanto la consapevolezza che ciascuna epoca è responsabile delle risposte che da alle varie occasioni o sfide del tempo presente e che il passato al massimo può offrire elementi che possono essere ritenuti come un aiuto – ma anche un ostacolo in certi casi – per affrontare la contemporaneità”.
“Fondamentalmente si è cercato di comprendere, a partire dalle fonti, “cosa è stato in sé” l’avvenimento dell’incontro tra Francesco d’Assisi e il Sultano – e questo grazie soprattutto alle relazioni di Giuseppe Ligato, Anna Ajello, e Pacifico Sella – per poi passare alla considerazione di “cosa è diventato”, ossia il significato assunto nei diversi periodi e in ciò importanti sono stati gli interventi di Chiara Frugoni e John Tolan”.
“Certamente non tutti i temi sono stati affrontati, anzi si sono aperti altri campi di indagine quali ad esempio il significato del “desiderio di martirio” presente nella vicenda non solo di frate Francesco, ma anche Chiara d’Assisi e Fernando da Lisbona divenuto Antonio di Padova (e in ciò importante il volume “Dai Protomartiri francescani a sant’Antonio di Padova” Atti della Giornata di Studio, Centro Sudi Antoniani, Padova 2011)”.
“Altro tema interessante da approfondire è se, e se sì con quale la modalità, l’episodio dell’incontro tra il Santo di Assisi e il Sultano è stato rappresentato nell’arte cinematografica che un ruolo importante ha avuto nell’ultimo secolo nella diffusione della conoscenza della vicenda di san Francesco”.

http://www.zenit.org/article-29248?l=italian





sabato 14 gennaio 2012

LA POVERTA' DI SPIRITO...

XIV. La povertà di spirito.
  Ci sono molti che, applicandosi insistentemente a preghiere e occupazioni, fanno molte astinenze e mortificazioni corporali, ma per una sola parola che sembri ingiuria verso la loro persona, o per qualche cosa che venga loro tolta, scandalizzati, tosto si irritano. Questi non sono poveri in spirito, poiché chi è veramente povero in spirito odia se stesso e ama quelli che lo percuotono nella guancia.

F.F. [163]

Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli.
 

venerdì 13 gennaio 2012

GLI AMICI PEGGIORI

Ti consideri amico perché non dici una sola parola sgarbata. — È vero; ma non vedo neppure un’opera buona di esempio, di servizio...

— Questi sono gli amici peggiori.

( San Josemaría Escrivà- Solco )

domenica 8 gennaio 2012

SALMO 33.8

L'angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono e li salva.




sabato 7 gennaio 2012

Albero secco



Un albero secco
fuori dalla mia finestra
solitario
leva nel cielo freddo
i suoi rami bruni:
Il vento sabbioso la neve e il gelo
non possono ferirlo.
Ogni giorno quell'albero
mi dà pensieri di gioia,
da quei rami secchi
indovino il verde a venire.
(W. Ya-p'ing) 


SCRIVERE POESIE....

Scrivere poesie non è difficile. Difficile è viverle....



venerdì 6 gennaio 2012

COME FAI.....?

Come fai a dire che ami una persona, quando al mondo
ci sono migliaia di persone che potresti amare di più, se solo le incontrassi?
 Il fatto è che non le incontri.  


martedì 3 gennaio 2012

" CHI SONO IO ? "

Una delle domande più difficili a cui dare una risposta è certamente questa: " Chi sono io? ". Un modo per entrare nella consapevolezza della nostra identità non ci viene dal guardare noi stessi, ma dall'osservare verso dove noi volgiamo lo sguardo. Là dove è attaccato il mio cuore, là dove consumo le mie lacrime....tutto questo mi parlerà di me, di chi sono io.... e sarà un buon punto di partenza...!!!