giovedì 25 aprile 2013

TRIDUO A SAN LUCCHESE




TRIDUO A S. LUCCHESE
 
primo giorno

In  Nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. 
- Amen.

Actiones nostras, quaesumus, Domine, aspirando praeveni et adiuvando prosequere, ut cuncta nostra oratio et operatio a te semper incipiat et per te coepta finiatur. Per Christum Dominum nostrum.
- Amen.

Inno

Iste confessor Domini, colentes,
Quem pie laudant populi per orbem,
Hac die laetus meruit beatas
Scandere sedes.
Qui pius, prudens, humilis, pudicus
Sobriam duxit sine labe vitam,
Donec humanos animavit aurae
Spiritus artus.
Cuius ob praestans meritum, frequenter
Aegra quae passim iacuere membra
Viribus morbi domitis, saluti
Restituuntur.
Noster hinc illi chorus obsequentem
Concinit laudem celebresque palmas,
Ut piis eius precibus iuvemur
Omne per aevum.
Sit salus illi, decus atque virtus,
Qui super coeli solio coruscans,
Totius mundi seriem gubernat
Trinus et Unus.

Fede di S. Lucchese

1.     O Dio grande, potente e misericordioso, pei meriti della fede profonda che nutrì il cuore del tuo fedele servo S. Lucchese e lo rese invincibile a tutte le seduzioni della carne e del sangue, dà a noi poveri peccatori il dono della fede, con la grazia grande di poterla confessare davanti al mondo senza nessun timore né rispetto umano.
- Un Pater, Ave, Gloria.

2.     O Redentore del mondo e nostro Signore Gesù Cristo, pei meriti di S. Lucchese e della sua fede viva ed invitta, con cui debellò le varie tentazioni del senso, concedi a noi tuoi figli, ricomprati a prezzo del tuo sangue, il dono eccellentissimo della fede, senza la quale, se ci è pure l’accompagnamento delle opere, potremo cantare vittoria su tutte le battaglie dei nostri spirituali nemici. E così sia.
- Un Pater, Ave, Gloria.

3.     O Spirito Consolatore e celeste Lume delle anime, pei meriti della fede magnanima di S. Lucchese che rendesti faro di luce agli erranti, sedenti in mezzo alle tenebre e all’ombra di morte, accorda a noi tuoi poveri figli l’accrescimento della fede, in mezzo ad un secolo incredulo e ribelle ai tuoi lumi ; affinchè, vivendo fermi ed incrollabili sullo scoglio inconcusso della fede, meritiamo di essere coronati eternamente nel cielo, come servi buoni e fedeli. E così sia.
- Un Pater, Ave, Gloria.

Responsorio

Quicumque optat prodigia
Tuas ad aras convolet,
Lucesi, qui beneficus
Solis instar es omnibus.
Protector o dulcissime,
Nos te precantes respice,
Et fac aeterni gaudii
Simus tecum participes.
Mors, ignis, pestis, flumina,
Morbi, procellae, daemones
Iussis tuis obtemperant
Dono superni Numinis.
Protector o dulcissime, ecc.
Gloria Patri, ecc.
Protector o dulcissime, ecc.
v.Ora pro nobis, beate Lucesi.

R.    Ut digni ecc.

Oremus

Dives in misericordia Deus, qui B : Lucensium ad poenitentiam vocatum, pietatis et misericordiae meritis clarescere voluisti ; da nobis, eius intercessione et exemplo, dignos poenitentiae fructus facere, et indulgentiam tuam pietatis et misericordiae operibus promereri.

Per Christum Dominum nostrum.
- Amen.





secondo giorno

In nomine Patris, ecc. - Actionas nostras, ecc. - Iste confessor, ecc.

Speranza di S. Lucchese

1.     O Dio onnipotente ed eterno, prostrati ai tuoi piedi ed umilmente adorandoti, pei meriti della speranza di S. Lucchese, ti supplichiamo a concedere a noi servi tuoi il dono grande ed esimio di questa virtù ; affinché in mezzo alle procelle di questo mare tempestoso della vita, ci serviamo della speranza, come di un’ancora di fortezza, per non essere travolti dalle onde furiose delle umane tentazioni. E così sia.
- Un Pater, Ave, Gloria.

2.     O Redentore divino e Salvatore del mondo, noi figli del tuo Cuore amorosissimo, ti supplichiamo che pei meriti del tuo buon servo ed amico S. Lucchese e della sua speranza invincibile che l’animò nelle inevitabili tristezze di quest’esilio, ci conceda questa virtù, la quale, in mezzo alle prove amare della vita, ci renda lieti e sereni, aspettando imperterriti i beni celesti. E così sia.
- Un Pater, Ave, Gloria.

3.     O Spirito Santo , Vita intima delle anime nostre, noi tuoi miseri servi ti preghiamo che, in grazia e pei meriti della speranza del tuo servo S. Lucchese e di tutte le sue opere buone che sono un frutto di questa virtù soprannaturale, comporti a noi tuoi umili figli con l’accrescimento di questo dono tutte quelle grazie spirituali e temporali, che ci sono necessarie per arrivare a salute. E così sia.
- Un Pater, Ave, Gloria.
      
 Il resto come il primo giorno.




terzo giorno

In nomine Patris, ecc.  - Actiones nostras, ecc. - Iste confessor, ecc.

Carità di S. Lucchese.
                                                                                                                                                                        
1.     O Padre eterno che ci hai creato a tua immagine e somiglianza, pei meriti di S. Lucchese e della sua sviscerata carità, dai a noi tue umili creature il dono eccellentissimo della carità , affinché amando te,   solo ed unico vero Dio sopra ogni cosa ed il nostro prossimo come noi stessi per amor tuo, possiamo ottenere dalla tua infinita bontà e misericordia la grazia grande di amarti e di goderti per sempre nel regno vero della pace. E così sia.
- Un Pater, Ave, Gloria.
  
2.     Eterno divin Figlio che, per l’amore infinito che ci hai portato da tutta l’eternità, ci hai redento con lo sborso di tutto il tuo sangue, noi ti scongiuriamo umilmente che, pei meriti della carità compassionevole del tuo buon amico Lucchese e di tutte le sue opere buone, conceda a noi di rivestirci sempre col manto di carità, procurando di essere benigni, amorosi, pazienti, servizievoli, generosi, graziosi con tutti, anche con i nostri nemici, a somiglianza del tuo Cuore dolce e mansueto con tutti. E così sia.
- Un Pater, Ave, Gloria.

3.     Eterno divino Spirito che sei la carità e infondi carità nei tuoi eletti, noi ti preghiamo che, pei meriti delle insigni opere caritatevoli esercitate in vita dal tuo servo S. Lucchese, conceda a noi, miserelli tuoi servi, il dono della cristiana carità, e con questa virtù ci conceda ancora tutte quelle grazie e favori che ci sono di bisogno per l’acquisto del cielo. E così sia.
- Un Pater, Ave, Gloria.

 Il resto come il primo giorno.


Preghiera a San Lucchese.


O inclito confessore di Cristo S. Lucchese, protettore speciale di Poggibonsi, gloria della Valdelsa e primo fra i seguaci di San Francesco d’Assisi nel suo Terz’Ordine, noi ti preghiamo a concederci la grazia di potere imitare le tue grandi virtù, e segnatamente la carità verso il prossimo bisognoso e sconsolato, ricordandoci in ogni tempo e in ogni luogo che il prossimo, massimo se bisognoso e sconsolato, riveste la persona augusta del nostro Signore Gesù Cristo, e quello che si fa ad esso, il Signore lo prende come se fosse fatto a se stesso. Deh ! Fa’ nostro caro avvocato, che noi siamo sempre saldi e costanti nell’esercizio ininterrotto delle opere di carità, sapendo che Dio è carità e chi rimane nella carità rimane in Dio e Dio rimane con lui. E, se Dio rimane con noi, chi ci potrà impedire il cammino del bene? In esso vogliamo persistere irremovibili fino alla morte. Ricoprici tu coi tuoi meriti e con la tua protezione. E così sia.



Giaculatoria a San Lucchese.

San Lucchese dal cuor dolce e pio,
Accetta questo cuore e dallo a Dio.
Accetta questo cuore e fammi tale,
Che faccia sempre il bene e fugga il male.









                      

IL BEATO LUCCHESE DA POGGIBONSI



Il 28 aprile di ogni anno, la Chiesa fa memoria di vari santi, sante e beati  tra cui si ricordano S. Pietro Chanel , sacerdote e missionario martire in Oceania, S. Luigi Grignon de Monfort, Santa. Gianna Beretta Molla  ma anche il beato Lucchese da Poggibonsi, il cui culto fu approvato da papa Pio VI e che la tradizione francescana addìta come primo terziario.
Cosa significa questo per noi oggi e cosa significa primo terziario? Nelle nostre riflessioni sul testo di Antonio Fregona, abbiamo visto come S. Francesco abbia vissuto dopo la sua conversione, in uno stato di vita penitenziale per almeno due o tre anni ( tra il 1207 ed il 1209 ) prima di arrivare ad una svolta decisiva per la sua vita, nell’ascolto del brano evangelico sul mandato missionario ( Mt. 10,7-10 ). Siamo  probabilmente a martedì 24 febbraio 1209, festa di S. Mattia apostolo, ed anche dopo aver ricevuto, per grazia di Dio, dei fratelli, il gruppo continua a qualificarsi come  “ penitenti di Assisi ” e tali rimangono fino a quando di fronte ad Innocenzo III a Roma ( aprile 1209 ) , ricevono un’approvazione orale della loro “Forma Vitae” e l’imposizione della “tonsura”, passando così dallo stato di penitenza a quello clericale, da Poenitentes a Minores , dando origine al Prim’Ordine Francescano.
 Ottenuto ufficialmente dal Papa, il mandato di predicare a tutti la penitenza, ecco che accade un fatto straordinario. Francesco ed i suoi compagni vivono di Provvidenza, non hanno casa, non hanno vestiti ,se non pochi stracci, mangiano e bevono quando capita, altrimenti digiunano, sembrano dei pezzenti e dei reietti....eppure cominciano ad attrarre le folle, persone di ogni età, sesso,  provenienza e ceto sociale ( S. Bonaventura parla di chierici, laici, vergini e coniugati ). Tutti vogliono seguirlo, imitarlo e condurre  la sua stessa vita anche se durissima. E’ noto l’episodio raccontato dai fioretti in cui frate Masseo gli chiede :” perché a te, perché a te, perché a te tutto il mondo viene dietro....” Si tratta molte volte di uomini e donne che hanno impegni nel mondo e sono uniti dal vincolo sacro del matrimonio: per loro Francesco fondò il Terz'Ordine Francescano ( si pensa al 1211-1212 ) dando pure una regola di vita ( probabilmente la Lettera ai Fedeli , “recensio prior “ del 1215 ) . Quasi subito molti appartenenti al terz’Ordine Francescano si distingueranno per fama e santità e saranno ricordati dalle cronache del tempo. Alcuni esempi : la romana Prassede con la figlia ( 3 Cel , 8-9 ) Jacopa dei Settesoli ( 3 Cel. 37-39 ) Elisabetta d’Ungheria ( 1207-1231 ), San Luigi IX, Margherita da Cortona, Angela da Foligno, Rosa da Viterbo. Tra i meno noti, Pietro Pettinaio, Umiliana dei Cerchi, Cecilia da Firenze, Margherita da Città di Castello, Chiara da Montefalco, Michelina da Pesaro, Mea da Siena , Lucia da Venezia ,Nevolone da Faenza, Elzeario e Nicolino da Siena...e molti altri. Nel XIV sec. un frate francescano della provincia Aquitana, Arnaldo da Sarano, scrisse la Cronaca del XXIV Generali ( intendendo con ciò i Padri Generali dell’Ordine che separavano il suo tempo dalle origini minoritiche ). A proposito della fondazione dell’Ordine della Penitenza dice :” Nell’anno del Signore 1221 il beato Francesco istituì il Terz’ordine, che è detto dei penitenti, per coloro che, vincolati dal matrimonio, chiedevano insistentemente di fare penitenza. Il primo dei quali fu S. Lucio.”. Gli editori della Cronaca identificarono S. Lucio con il beato Lucchese da Poggibonsi. L’area toscana ( Poggibonsi, Faenza, Firenze ) insieme a quella umbra sembra la più quotata come luogo che richiama la prima fondazione o la prima fisionomia del Terz’Ordine.
Resta da spiegare sulla base di quale convinzione Arnaldo da Sarano considerò il beato Lucchese quale primo penitente ad entrare nel Terz’Ordine. Fermo restando che non si può per ovvia mancanza di fonti e di certezze storiche, stabilire un’ordine di precedenza, è tuttavia convinzione unanime che il beato Lucchese sia stato tra i primi a distinguersi nell’Ordine quanto a fama di carità e di santità e probabilmente il primo di cui si diffuse rapidamente il culto, che abbia prodotto, insieme alla moglie Bonadonna, autentici frutti di santità coniugale.
Insomma se Lucchese non fu proprio il primo tra i penitenti del Terz' Ordine, lui e la moglie, come coppia “ matrimonio iuncti “ furono certo la prima più fulgida stella nel firmamento della santità coniugale francescana. La loro vita merita di essere indagata, conosciuta, divulgata in quanto meraviglioso esempio di tale santità, conseguita nella vita quotidiana, nell’esercizio dei propri compiti secolari, attingendo al forziere prezioso della spiritualità francescana, che tanti frutti di bene ha prodotto e, ci auguriamo, se vissuta integralmente, produrrà ancora nel  corso della storia della Chiesa.

                                                                                                    Antonio Fasolo Ofs