Nel nome del Signore!
Di quelli che fanno penitenza
Tutti coloro che amano il Signore con tutto il cuore, con tutta
l'anima e con tutta la mente, con tutta la loro forza (cf. Mc 12,30) ed
amano il loro prossimo come se stessi (cf. Mt 22,39), ed odiano il
proprio corpo con i suoi vizi e peccati, e ricevono il corpo ed il sangue del
Signore nostro Gesù Cristo, e fanno degni frutti di penitenza: quanto mai sono
felici questi e queste, facendo tali cose e perseverando in esse, perché su di
esse riposerà lo spirito del Signore (cf. Is 11,2) e stabilirà in essi
la sua abitazione e la sua dimora (cf. Gv 14,23), e sono figli del Padre
celeste, di cui fanno le opere, e sono sposi, fratelli e madri del nostro
Signore Gesù Cristo (cf. Mt 12,50).
Siamo sposi quando con il vincolo dello Spirito Santo l'anima
fedele si congiunge al nostro Signore Gesù Cristo. Gli siamo fratelli, quando
facciamo la volontà del Padre che è nei cieli (Mt 12,50). Madri, quando
lo portiamo nel nostro cuore e nel nostro corpo (cf. 1 Cor 6,20) per
virtù dell'amor di Dio e di pura e sincera coscienza; lo partoriamo con le
opere sante, che debbono illuminare gli altri con l'esempio (cf. Mt 5,16).
O come è cosa gloriosa, avere un Padre santo e grande nei cieli! O
come è cosa santa, avere un tale sposo, paraclito, bello e ammirabile! O come è
cosa santa e come è cosa amabile, possedere un tale fratello ed un tale figlio,
piacevolissimo, umile, pacifico, dolce, amabile e sopra tutte le cose
desiderabile: il Signore nostro Gesù Cristo, che diede la sua vita per le
pecore (cf. Gv 10,15) e pregò il Padre dicendo: Padre santo, conserva
nel tuo nome (Gv 17,11) quelli che mi hai dato nel mondo; erano tuoi e
tu li hai dati a me (Gv 17,6). E le parole che hai dato a me, io le ho
date a loro; ed essi le hanno ricevute ed hanno creduto veramente che io sono
uscito da te ed hanno conosciuto che tu mi hai inviato (Gv 17,8). Prego
per essi e non per il mondo (cf. Gv 17,9). Benedicili e santificali (Gv
17,17) e per essi io santifico me stesso (Gv 17,19). Non prego solo
per essi, ma anche per quanti crederanno in me per la loro parola (Gv 13,20)
affinché siano santificati nella unità (cf. Gv 17,23) come noi (Gv 17,11).
E voglio, o Padre, che, dove sono io, siano anch'essi con me, perché possano
vedere la mia gloria (Gv 17,24) nel tuo regno (Mt 20,21). Amen.
Di quelli che non fanno penitenza
Tutti quelli e quelle, che non fanno penitenza, e non ricevono il corpo
ed il sangue del nostro Signore Gesù Cristo, e vivono nei vizi e peccati e
camminano dietro alta prava concupiscenza ed alle cattive brame della loro
carne, e non osservano quanto promisero al Signore, e servono col corpo al
mondo, ai desideri carnali ed alle sollecitudini del secolo ed agli affari di
questa vita: schiavi del diavolo, di cui sono figli e di cui fanno le opere
(cf. Gv 8,41), sono ciechi, perché non riconoscono la vera luce, il
Signore nostro Gesù Cristo. Non possiedono la sapienza spirituale, perché non
possiedono il Figlio di Dio che è la vera sapienza del Padre, dei quali è
scritto: La loro sapienza è stata divorata (Sal 106,27); e: Maledetti
coloro che si allontanano dai tuoi comandamenti
(Sal 118,21).
Vedono e lo riconoscono, sanno di fare il male e lo fanno e così
consapevolmente mandano in rovina la loro anima. Aprite gli occhi, o ciechi,
ingannati dai vostri nemici: dalla carne, dal mondo e dal diavolo; poiché è
cosa dolce per il corpo commettere il peccato e gli è cosa amara farlo servire
a Dio; poiché tutti i vizi ed i peccati escono dal cuore degli uomini e da lì
procedono, come dice il Signore nel Vangelo (cf. Mc 7, 21).
E così non avete niente di buono in questo mondo e non ne avrete
per il futuro. E pensate di possedere a lungo le cose vane di quaggiù, ma vi
fate imbrogliare, poiché verrà un giorno ed un'ora, che non pensate, che non
conoscete e che ignorate; s'ammala il corpo, s'avvicina la morte e così l'uomo
muore di una morte amara. E dovunque, in qualsiasi tempo e modo l'uomo muoia in
peccato mortale senza penitenza e soddisfazione, se può soddisfare e non
soddisfa, allora il diavolo rapisce la sua anima dal suo corpo con tanta
angustia e tribolazione, che nessuno può immaginare, tranne colui che ciò
subisce. E saranno loro tolti (cf. Lc 8,18; Mc 4,25) tutti i
talenti ed il potere e la scienza e la sapienza (2 Par 1,12), che
credevano di possedere. E lasciano tutto ai parenti ed agli amici e dopo che
essi si sono tolti e divisi i suoi beni soggiungono: Maledetta sia l'anima sua,
poiché avrebbe potuto darci di più e guadagnare di più di quanto non abbia
guadagnato. I vermi (intanto) divorano il corpo, e così hanno mandato alla
malora il corpo e l'anima nel breve periodo di tempo di questo mondo, e se ne
andranno all'inferno, ove saranno tormentati all'infinito. Per la carità che è
Dio (cf. 1 Gv 4,16), preghiamo tutti coloro, ai quali giungerà questa
lettera, di ricevere benignamente per amore di Dio queste olezzanti parole del
nostro Signore Gesù Cristo, come sopra riferite. E quanti non sanno leggere, se
le facciano leggere spesso; e le conservino presso di sé mettendole santamente
in pratica sino alla fine, perché sono spirito e vita (Gv 6,64). E coloro
che non faranno ciò, saranno tenuti a rendere conto nel giorno del giudizio
(cf. Mt 12,36) davanti al tribunale del nostro Signore Gesù Cristo (cf. Rm
14,10).