lunedì 7 marzo 2011

LA PRIMA VOLTA CHE MIO PADRE MORI'


Ricordo come fosse ora, il giorno in cui mio padre morì per la prima volta. Avevo forse cinque o sei anni ed una domenica lui mi portò come soleva fare spesso, al parco non molto distante da casa nostra. Gli piaceva moltissimo portarmi a spasso e quella volta , dopo aver corso e giocato un po’, ci fermammo nei pressi d’una siepe. Il cielo era azzurro, l’aria mite, credo fosse aprile, una tiepida giornata d’inizio primavera. Lui mi guardò fisso negli occhi e disse con aria di sfida :  giochiamo a nascondino! Che bello, risposi io e mi andai a celare dietro un grosso fusto di pino secolare. Ovviamente lui mi trovò subito. Adesso tocca a te! Feci io. Mio padre divenne improvvisamente serio : e se mi nascondessi talmente bene che tu non riuscissi più a trovarmi? Impossibile, risposi io, ti troverò sicuramente. Fu così che mi voltai verso l’albero, chiusi gli occhi e cominciai a contare. I secondi scorrevano velocemente, sentii un piccolo e veloce fruscio, poi più nulla…Di scatto mi voltai con un sorriso beffardo. Avevo sentito qualcosa muoversi ad una decina di metri da me, giusto vicino un fossato. Sorrisi e corsi a pregustare la mia vittoria…Ma non trovai nulla.  Mi girai di nuovo ad osservare il luogo in cui ci eravamo fermati poco prima. ..non poteva essere lontano. Già più serio cominciai a guardare meglio…ma certo! Il cespuglio. Come mai non ci avevo pensato prima! Zompettai contento e veloce pregustando già la mia vittoria ma…ancora nulla. Nulla neanche dietro il cespuglio. Ero diventato serio adesso e corrucciato, il cuore cominciava a battere più veloce…ma doveva essere lì , ero piccolo ma non stupido, le persone non possono sparire. Guardai più attentamente. Negli avvallamenti del terreno nulla …dietro l’erba nulla, una lunga fila di arbusti…ci girai intorno, nulla e ancora nulla! La strada sterrata prima percorsa insieme era ora desolatamente vuota, nessun rumore percettibile, qualche farfalla volava di fiore in fiore. Fu allora che scoppiai in un pianto irrefrenabile e singhiozzante…era sparito, non c’era più! Aveva mantenuto la promessa. Era scomparso!!! E mentre le lacrime mi scivolavano sulle guance un forte abbracciò mi sollevò da terra ed una carezza sul viso : “ scemetto, perché piangi? Ero dietro la siepe , non mi avevi visto?” Ma ci misi un po’ per calmarmi. In seguito non dimenticai più questa scena e queste sensazioni. Sapevo che un giorno le avrei riprovate…e non sarebbe stato per gioco. Per molto tempo credetti d’averla fatta franca… ma poi un giorno tre anni fa il gioco gli riuscì meglio . Questa volta mio padre se ne andò sul serio dentro una grande cassa di legno ed io ero abbastanza grande per capire che non sarebbe più riuscito fuori da una siepe.
Eppure in  fondo al cuore continuo a cercarlo e ritorno spesso in quel parco e…lo confesso, guardo spesso dietro quella siepe sperando un giorno di risentire una dolce carezza sul viso….