mercoledì 19 febbraio 2014

L’ALBERO FRANCESCANO: ELEAZAR DE SABRAN - di Milvia Bollati

Tra i santi che compaiono nell’arazzo sistino con l’albero francescano, conservato nel Museo del tesoro della Basilica di san Francesco, figura sant’Eleazar de Sabran, un santo oggi non molto noto. Sant’Eleazar si presenta con una spada – era infatti cavaliere e nobile – e un rosario nella destra. Sono poche le notizie biografiche che lo riguardano. Rampollo della nobile famiglia de Sabran in Provenza, Eleazar (1286-1323) sposa nel 1300 Delfina di Signe (1284-1360). Un matrimonio fortemente voluto da Carlo II, ma che la giovane Delfina avversava, avendo fatto voto di castità. Fu solo grazie all’insistenza – e alle parole – di Guillaume de Martial, frate dell’ordine dei Minori, che Delfina accettò infine le nozze. Il voto di Delfina fu però accolto anche da Eleazar e i due novelli sposi vissero castamente come i due santi sposi Cecilia e Valeriano.

La famiglia Sabran, originaria della contea dell’Ansouis a sud-est di Avignone, prestava il proprio servizio presso la corte angioina come altre nobili famiglie provenzali. Dalla Provenza a Napoli: Eleazar è presso la corte di re Roberto e della regina Sancia di Maiorca, di cui conosciamo la vicinanza all’ala pauperistica dell’ordine nato con Francesco, i cosiddetti spirituali. Sancia aveva ricevuto la sua educazione proprio tra i francescani e fu legata sempre da profondo affetto all’ordine. A Napoli la regina si era fatta promotrice della fondazione di diversi monasteri, Santa Chiara, Santa Maria Maddalena – per citarne alcuni – e Santa Croce di Palazzo, mostrando una predilezione speciale per le clarisse delle quali vestirà l’abito alla morte di Roberto d’Angiò, assumendo il nome di suor Chiara di Santa Croce. Nel 1316 Eleazar e Delfina celebrano pubblicamente il loro voto di castità, tenuto fino ad allora segreto. La cerimonia ebbe luogo nel giorno della festa di santa Maria Maddalena.
Fu probabilmente in questa occasione, o poco dopo, che i due sposi aderirono al terz’ordine francescano. È proprio in questa sua veste di terziario che Eleazar compare nell’arazzo sistino in corrispondenza con sant’Elisabetta di Ungheria, patrona del terz’ordine. Quattro anni dopo la sua morte, nel 1323, François de Mayronnes si fa promotore dell’avvio del processo di canonizzazione e presenta a papa Giovanni XXII un libello per promuoverne la causa di santità che arriverà a conclusione con papa Urbano V nel 1369 che iscrive Eleazar nel catalogo dei santi. Dopo la morte di Eleazar, Delfina continua una vita austera, dedicandosi alla preghiera e al servizio dei poveri ed oltre al voto di castità, emette anche il voto di povertà, distribuendo ogni sua ricchezza agli indigenti. Farà ritorno in Provenza solo anni più tardi ed ad Apt muore il 26 novembre 1360. Tre anni dopo sarà avviato il processo di canonizzazione. I due sposi sono uniti nella chiesa cattedrale di Apt, in Provenza.


Milvia Bollati
Storica